Wednesday 21 November 2007

In Inghilterra e' scoppiato uno scandalo.
L'HMRC, l'ufficio delle entrate, ha perso i dati fiscali di 25 milioni di contribuenti. Questi dati includono National Insurance Number, dettagli sui figli e sui partner, numeri di conto corrente bancario, dettagli sul percepimento di assegni per i figli.

I dati sono stati persi in modo abbastanza sciocco. Un giovane impiegato ha masterizzato due CD con i dati e li ha spediti con un corriere espresso (un normale TNT, anziche' l'usuale corriere certificato). I dischi non sono mai arrivati, e il corriere espresso non trova traccia della spedizione. Il governo viene avvisato di questa scomparsa il 10 novembre, circa 3 settimane dopo la scomparsa, e ne da pubblica comunicazione dieci giorni dopo.

Ammesso che i CD siano finiti nelle mani sbagliate, il rischio che si corre e' quello del furto di identita' (anche se difficile) e la divulgazione di dati personali.

Qui in Inghilterra si e' sollevato un polverone. Il governo ha ammesso la negligenza e chiesto pubblicamente scusa, anche per il ritardo nel diffondere la notizia, mentre il responsabile dell'HMRC ha dato le dimissioni.

Pensiamoci un attimo. Un impiegato giovane commette un errore. Il manager a capo dell'organizzazione se ne assume la piena responsabilita' e si dimette. E' la regola della responsabilita' oggettiva: chi e' a capo di un'azienda ha la responsabilita' sul suo operato, anche se si tratta di un errore, per giunta commesso da altri.

Ora facciamo un confronto con qualcosa di simile accaduto da noi. La Banca Popolare di Lodi (Amministratore Delegato: Fiorani) nel 2005 chiede a Bankitalia l'autorizzazione ad un'offerta pubblica di Acquisto sul gruppo Antonveneta.
Durante le valutazioni, i tecnici di Bankitalia scoprono un buco di 1,5-2 miliardi di Euro e danno parere negativo. Fazio invece interviene personalmente, modificando il parere dei suoi tecnici e dando l'OK all'operazione.
Di li a poco, indagini ed intercettazioni telefoniche chiariranno che Fazio e Fiorani sono in combutta per portare in porto l'affare.

Fazio, direttamente responsabile di quell'avvenimento e smascherato dalle registrazioni, non solo non si dimette, ma spiega l'accaduto con la volonta' di mantenere l'italianita' della banca. Non solo non chiede scusa e non si sente pentito: e' orgoglioso di aver violato la legge per il bene dell'Italia.

Dal mondo politico arrivano pressioni enormi affinche' si dimetta, permettendo per lo meno di ridare un po' di lustro alla poltrona che ricopre e al paese che gli paga lo stipendio (sbeffeggiato per l'ennesima volta da tutta l'Europa). Addirittura un comico, Beppe Grillo, compra una pagina pubblicitaria su La Repubblica per scrivere "Fazio, vattene".

Il 19 dicembre 2005 Fazio, pressato da ogni lato, finalmente ha un momento di vergogna e consegna le dimissioni. Era indagato dai primi da quasi cinque mesi.

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