Monday 19 October 2009

Brachino, scusa (e inchino)

Dopo alcuni giorni di polemiche per lo 'stravagante' servizio sul giudice Mesiano, Brachino ha formulato le sue scuse al giudice.

"Se ho offeso Mesiano mi scuso con lui", ha scritto Brachino in una lettera al giornale, nel tentativo di ridare lustro al suo titolo di giornalista, per la verita' un po' appannato dopo la scivolata di qualche giorno fa.
Nel tentativo di discostarsi da quel servizio, ha anche aggiunto che il filmato "non appartiene certo al genere dei capolavori", e si e' impegnato "a non trasmettere più quelle immagini". Ma perche', aveva considerato di ritrasmetterle?!

In ogni caso, il tentativo di scusarsi riesce solo a meta'. La verita' e' che Brachino, pur soffrendo per la figuraccia rimediata per ordine del padrone, non ce la fa a ribellarsi completamente.
E cosi', dopo essere partito bene con le scuse, cerca di indirizzare la lettera in un modo piu' favorevole al padrone, invitando il giudice Mesiano ad andare in trasmissione a rispondere a tre domande:

"Primo, la promozione di Mesiano è meritata professionalmente o come sostengono molti è un premio politico per una sentenza che di fatto va contro il premier? Secondo, le idee politiche di un giudice, per quanto legittime, come agiscono sulla sua serenità e sulla sua indipendenza? Terzo, è vero che nel processo civile non serve un collegio di tre magistrati, ma non è 'stravagante' decidere su una somma di 750 milioni di euro senza avvalersi di tecnici e consulenti?"

Domande e (mezze) scuse a parte, il messaggio di intimidazione per i magistrati (ed in generale per chiunque sia contro il grande capo) rimane ben presente. Non mettetevi contro di me, o vi lincio in televisione.
Anche se il massimo che riesco a trovare contro di voi sono i vostri "stravaganti" calzini azzurri.

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