Thursday 3 December 2009

Brunetta ed i compensi dei dipendenti RAI

Un'altra idea (o forse solo una provocazione) del ministro Brunetta: inserire gli stipendi dei dipendenti Rai nei titoli di testa dei programmi.

Io sono pienamente d'accordo: i dipendenti Rai sono dipendenti pubblici, dunque pagati da noi. Ripeto: da noi.
Se aveste un bar vorreste ovviamente essere a conoscenza di quanto pagate il cameriere, giusto? E' una cosa cosi' intuitiva che non si possono realmente avere obiezioni.

E' per questo che e' divertente leggere le reazioni dei giornalisti/politici ed altri personaggi piu' o meno interessati dalla nuova idea di Brunetta.

Quella di Brunetta e' una provocazione divertente. Sarebbe bello se oltre ai compensi fossero pubblicati anche gli introiti pubblicitari che il conduttore fa guadagnare all'Azienda (Carlo Conti, presentatore Rai)
Traduzione: Sarebbe un guaio se gli italiani scoprissero che mi pagano 1.350.000 euro all'anno, per giunta per condurre programmi come "i migliori anni". Cerchiamo di giustificare il mio astronomico compenso dicendo che e' grazie a me che la Rai incassa introiti pubblicitari, che in realta' avrebbe incassato comunque, anche se il programma lo avesse condotto il mago Zurli'.
La Rai, come gestore del servizio pubblico, non puo' che essere molto attenta alle tematiche della trasparenza. Nello specifico, le proposte del ministro si stanno approfondendo alla luce della governance aziendale e delle vigenti normative nel settore. Anche valutandone i riflessi sulla concorrenza nel mercato di riferimento. (Mauro Masi, Direttore Generale della Rai)
Traduzione: non so cosa dire, e' ovviamente una cosa giusta ma non so bene cosa inventarmi per rispondere alla domanda. Meglio buttarla sul legalese: valutiamo "il contrasto con le vigenti normative", mettiamoci anche un po' di inglese (la governance aziendale) che tanto nessuno capisce. Infine incrociamo le dita sperando che nessuno scopra mai il mio stipendio.
Ancora una volta il ministro Brunetta affronta temi seri, come in questo caso la razionalizzazione dei compensi dei conduttori Rai, con proposte provocatorie come quella di una novella 'gogna mediatica'. Al ministro sarebbe opportuno chiedere se sono spropositati solo i compensi che percepiscono i professionisti che lavorano per il servizio pubblico o anche quelli di chi lavora per la concorrenza. Non vorremmo che qualcuno ipotizzasse una tv pubblica pauperistica e le reti concorrenti che si accaparrano i migliori professionisti senza limiti di budget. (Roberto Rao, capogruppo dell'UDC nella commissione parlamentare di vigilanza Rai)
Traduzione: Come capogruppo in commissione vigilanza ho interesse che gli stipendi rimangano altissimi per avere piu' potere. Facciamo un po' di scaricabarile: perche' non guardate quanto prendono nelle reti concorrenti? E chi se ne frega se, mi dite, la concorrenza e' un'azienda privata mentre la Rai e' pubblica? Infine, rivendico il diritto di pagare un sacco di soldi Bruno Vespa: perche' far spendere tanti soldi a Berlusconi/Fininvest per portarcelo via, quando puo' continuare a servire i loro interessi a spese nostre?
Non ho nulla contro la trasparenza di compensi e trattamenti economici in uso alla Rai, sia per i dirigenti sia per i conduttori. Mi chiedo pero': visto che le azioni dell'azienda sono in capo al ministero dell'Economia, c'e' una ragione per la quale un ministro titolare della Pubblica amministrazione invece di chiedere l'intervento del suo potente collega passi le sue giornate al telefono con il direttore generale della Rai? Non farebbe prima ad attivarsi presso il ministro o pensa che Tremonti non approverebbe una simile iniziativa?' (Fabrizio Morri, capogruppo Pd in commissione di Vigilanza Rai)
Traduzione: Ragazzi, non so proprio cosa dire: non dovete intervistare Rao prima di me, che altrimenti mi frega le risposte insulse. Adesso mi tocca rispondere con una cosa che non c'entra niente: perche' Brunetta non ne ha parlato con Tremonti? E meno male che mi avete intervistato per secondo: se qualcuno mi avesse rubato anche questa sarei stato costretto a reagire con un 'Non ho nulla contro la proposta formulata da Brunetta; ma avete visto come si e' pettinato stamattina?".
 Tutto cio' che porta trasparenza puo' fare solo che piacere, ma il discorso della trasparenza deve valere per tutti, anche per le cariche istituzionali (Massimo Giletti, presentatore Rai)
Traduzione: Col cavolo che vi permettero' di sapere quanto guadagno. Per mantenere la faccia da bravo ragazzo vi dico che la trasparenza fa solo piacere. Ma poi mi gioco il jolly: lo "scaricabarile". Allora perche' Brunetta se la prende con noi? Incominciasse dai politici. Poi la polizia. Poi i carabinieri. E i medici? Gli assessori? I professori? Mi sono sempre chiesto quanto guadagnino i pompieri. Le massaie me l'hanno detto, vogliono sapere prima quanto prendono gli ausiliari del traffico.
Credo sia una divertente provocazione ma sono d'accordo con Brunetta per quanto mi riguarda perché l'unico contratto che si conosce è il mio. Così conosceremo anche tutti gli altri (Bruno Vespa, presentatore Rai)
Traduzione: Mi trovo d'accordo sul fatto che si sappiano gli stipendi di tutti. Ovviamente questo dipende dal fatto che ormai si sa che prendo 1.800.000 euro all'anno per montare e smontare il plastico di cogne e della casa di Brenda. Altrimenti col cazzo che sarei d'accordo! Comunque, l'argomento e' interessante: perche' non ne parliamo in uno speciale di Porta a Porta, cosi' incasso pure altri 12.000 euro?

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